Le Torri costiere del Gargano, sono strutture cinquecentesche, fatte erigere per lo più dal vicerè spagnolo Don Pedro di Toledo, al fine di difendere le coste dalle invasioni turche.
Per questo motivo le torri furono edificate ad una distanza tale le une dalle altre da consentire, in caso di pericolo, la comunicazione visiva, con fuochi, acustica etc.
Queste torri hanno per lo più piccole dimensioni e sono formate da un unico ambiente voltato all'interno e sopraelevato rispetto al terreno per motivi di difesa.
Una scala di legno veniva all'occorrenza calata dall'alto della porta di accesso, sempre sul lato moni. Esse sono prive di decorazioni e si aggirano normalmente intorno ai 12 m. di altezza.
Sulla costa ci sono anche i trabucchi, i vecchi pescatori raccontano che sono sugli scogli da tempo immemorabile..molto prima che sulla costa sorgessero città e abbazie, quando il mare era così ricco di vita che anche una cesta calata dalla riva si sarebbe riempita di un gran numero di pesci....
Il tratto di costa del Gargano tra Peschici e Vieste è uno dei più pittoreschi del Mediterraneo. Qui da più di un secolo conficcati nelle bianche rocce a ridosso delle pinete d'Aleppo sorgono questi autentici giganti di legno, frutto dell'ingegnosità dei pescatori viestani e peschiciani di un tempo, impegnati nel dare alla pesca una sicurezza non minacciata dalle avverse condizioni meteo-marine. Secondo alcuni storici locali, risalirebbero ai tempi dei Fenici, per i nostri pescatori rappresentano il più antico strumento di lavoro.
Sono i trabucchi, un sistema di pesca ancora in funzione da queste parti. Essi sono posizionati lì dove il mare presenta una profondità adeguata, almeno 5 m, e fondali sabbiosi ed orientati in genere verso sud-est o nord-ovest in modo da poter sfruttare favorevolmente le correnti.
I trabucchi sono fatti di pali conficcati nella roccia, di funi e carrucole che trattengono una trabucco) grande rete a maglie strette calata in acqua, detta trabocchetto (da qui il nome in cui cade il pesce. Vero e prorrio miracolo, essi, assieme alle torri costiere, sono la testimonianza della fatica dell'uomo per fronteggiare i pericoli del mare: quelle nere travi erose dalla salsedirie ci parlano dell'inesausta lotta per la sopravvivenza in una terra non sempre generosa. I trabucchi e le torri, sono parte integrante del paesaggio garganico, soprattutto perché proprio dagli elementi di quel paesaggio prendono vita. Dal legno delle acacie che crescono dietro le spiagge, dall'albero caduto accanto alla riva del fiume, da assi e altri relitti che il mare restituisce dopo le tempeste. Costruiti sugli scogli sono simili a un prolungamento della terra nell'acqua. Ogni asse, ogni fune, ogni chiodo recuperato chissà dove, ha la propria funzione, una ragione per essere là dove si trova. La loro bellezza, quindi, é assolutamente casuale. Antichissimi ed effimeri al tempo stesso, diversi l'uno dall'altro e continuamente mutevoli per i costanti aggiustamenti necessari alla loro sopravvivenza, negli ultimi due secoli hanno incantato viaggiatori e poeti. Il loro aspetto ancora oggi affascina con quell'intreccio di travi e funi così fragile e leggero allo sguardo, quanto flessibile e resistente alla furia delle mareggiate più temibili. Alcuni sono stati ricostruiti negli ultimi anni, ma hanno però perso da tempo la loro funzione economica che nei secoli scorsi ne faceva principale fonte di sostentamento di intere famiglie.
Oggi che il mare é diventato povero di frutti, la pesca dal trabocco é più uno svago domenicale che un'attività economica.