isole tremiti: pianosa

l' isola di pianosa

Nel 1987, prima di iniziare la tabulazione di Oasi di Protezione della fauna dell' isola di Pianosa, ebbi modo di parlare con Amerigo Carducci, ex sindaco delle Isole Tremiti. Mi raccontava che l'isola che vediamo oggi non è proprio quella che vedevano i tremitesì prima della seconda guerra mondiale. Pianosa , infatti, fu designata come zona di scarico di bombe degli aerei che tornavano carichi dalle missioni e come bersaglio per le esercitazioni. E questo apparve subito chiaro ai nostri occhi, nell'osservare un gran numero di grosse pietre sparse per tutta l'isola. Gli eventi del periodo bellico, ci fanno comprendere che la fauna marina non doveva passare momenti facili, per i continui bombardamenti. Le foche monache, per esempio, che lì vivevano da secoli, venivano viste dai marinai viestani che commerciavano con la Dalmazia. a gruppi di sei o sette, prendere il sole sulle rocce più  basse.

I bombardamenti furono una delle cause principali della loro riduzione numerica e poi della definitiva scomparsa all'inizio degli anni '60 (ultimo avvistamento effettuato da Arturo Santoro nel settembre del 1960 - Isola di San Domino). Ma anche nel dopoguerra, Pianosa non visse tempi tranquilli. La pesca di frodo con la dinamite ad opera di molfettesi e garganici ridusse notevolmente le risorse ittiche. Oggi, però con l'istituzione della Riserva Marina Integrale in seno al Parco Nazionale del Gargano, sì ha la speranza che questa isola sperduta possa ritornare agli antichi splendori.

Rudere di antico rifugio di pescatori sull'isola di Pianosa

 Con l'istituzione della Riserva Marina si è posto il vincolo e si sono collocate le boe di delimitazione di zona. Una prima azione, già prospettata alla Direzione del Parco, al Comune di Tremiti e i responsabili del Marlin Club, potrebbe essere quella di effettuare una bonifica radicale dai rifiuti. La seconda potrebbe prevedere, una volta a settimana, una visita con immersione, guidata da esperti. Per questa seconda operazione, necessita un ritocco alla attuale zonazione, confermando il divieto dì pesca ma prevedendo la possibilità di visita con immersioni a fini dìdattico-educativi, in base a programmi concordati con le autorità competenti, nel pieno rispetto della conservazione dell'ambiente marino. Una tale previsione, verrebbe senz'altro accolta favorevolmente dai tremitesi e rappresenterebbe un motivo di presidio dell'isola. Un intervento più consistente, che punta alla definitiva protezione dell'isola, sarebbe la costituzione di una base scientifica con la presenza permanente di ricercatori e semplici volontari. L'installazione della base non comprometterebbe l'ambiente naturale, poiché verrebbe ubicata  negli antichi rifugi dei pescatori, oggi allo stato ruderale, che il Comune di Tremiti ottenne come indennizzo per danni di guerra dal Ministero della Difesa. Presso il Comune di Tremiti è in fase di elaborazione un progetto per il recupero e l'utilizzo dei detti fabbricati. Infatti, solo con infrastrutture presidiate costantemente, sì potranno ottenere gli obiettivi prefissati dalla Riserva Marina:

  • * Ripopolamento della fauna ittica;
  • * Guardianìa costante;
  • * Conservazione dell'ambiente terrestre e subacqueo;
  • * Sviluppo della Ricerca Scientifica;
  • * Visite eco-compatibili alla Riserva. Da un progetto simile tutti ne trarrebbero vantaggi ad incominciare da quello scoglio, piccolo, piatto, per molti insignificante, ma in realtà, meraviglioso paradiso subacqueo.   (Franco Ruggieri responsabile WWF sezione di Vieste).