A breve distanza da Monte Sant'Angelo, in uno scenario di selvaggia e sconvolgente bellezza ed in stretto legame con il culto di san Michele, sorse in tempi remoti l'abbazia di S. Maria di Pulsano, il cui monastero si fa risalire storicamente alla fondazione da parte di san Giovanni da Matera - "padre" della congregazione eremitica dei Pulsanesi - intorno al 1128. In quel momento si collocherebbe la costruzione della chiesa di S. Maria, che utilizzò per abside una grotta, recuperando il luogo di un probabile antico insediamento di monaci di sant'Equizio.
Il vallone di Pulsano, noto anche come "vallone dei Romiti", per la presenza di numerose grotte un tempo usate come rifugio ed eremitaggio, con le sue pareti rocciose a strapiombo costituisce il volto aspro e fascinoso della montagna sacra garganica, terra di pellegrini e di santi dove la tradizione vuole che sia passato anche Francesco d'Assisi. All'opera di Gioele, intraprendente abate della congregazione in carica tra 1145 e 1177, si deve probabilmente l'ampliamento e la ricostruzione di gran parte delle fabbriche del monastero e della chiesa, che appariva come un edificio a navata unica voltata a botte cerchiata, con pareti scandite da pilastri ed arconi ciechi, e presbiterio rialzato.
Sino al 1966 la chiesa di Pulsano custodiva la veneratissima antica icona della Madonna con Bambino, in seguito scomparsa e mai più recuperata, raffigurante la Vergine Odegitria affiancata da angeli ed accompagnata in basso dalla figurina del committente. Oggi, dopo anni di degrado e di abbandono, il complesso sta per tornare a risplendere grazie ad un accurato restauro delle strutture che consentirà una migliore accoglienza di tutti quei pellegrini che non hanno mai smesso di cercare la protezione della Madonna in questo luogo.
Abbazia di S. Maria di Pulsano a Monte Sant' Angelo nel Gargano
Eremi di Pulsano a Monte Sant' Angelo
Tre sono state le apparizioni dell'Arcangelo al vescovo sipontino Lorenzo - collocate tradizionalmente nel 490, 492 e 493, esse inaugurarono la nuova era spirituale del Gargano attraverso la consacrazione (o riconsacrazione) della grotta a San Michele, santuario destinato a diventare ben presto un polo d'attrazione ed un punto privilegiato di incontro tra le culture d'Oriente ed Occidente.
I° Apparizione
La prima apparizione risale al 490 sotto il Pontificato di Felice III. Allora, Vescovo di Siponto era S.Lorenzo Maiorano.Un giorno a Elvio Emanuele, signore del Monte Gargano, scomparve il più bel toro del suo armento. Dopo giorni di ricerche lo trovò inginocchiato, in alto, entro una caverna inaccessibile. Non potendo lo raggiungere scoccò una freccia. Il dardo, però, girandosi, colpì il tiratore. Sorpreso dalla novità dell'avvenimento si recò dal Santo Vescovo Lorenzo, che ordinò tre giorni di preghiere e di digiuno. Al terzo giorno gli apparve l'Arcangelo Michele e gli disse: «Io sono l'Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta; io stesso ne sono il vigile custode... La dove si spalanca la roccia possono essere perdonati i peccati degli uomini... Quel che sarà qui chiesto nella preghiera sarà esaudito. Va', perciò sulla montagna e dedica la grotta al culto cristiano». Sulla montagna, allora, era ancor vivo il culto pagano e il Vescovo, indeciso, differi l'esecuzione dell'ordine angelico.
II°Apparizione
Due anni dopo, il 492, Siponto, città cristiana, fu assediata dalle orde pagane di Odoacre. La città era agli stremi. Lorenzo, allora, ottenuta una tregua di tre giorni da Odoacre, ordino penitenza e preghiere. Gli apparve l'Arcangelo che promise il suo aiuto ai Sipontini se avessero attaccato il nemico. I Sipontini fiduciosi osarono. Erano quasi le dieci del mattino. Scoppiò improvvisa una tempesta: sabbia e grandine si rovesciarono sulle schiere di Odoacre che terrorizzate si diedero a irreparabile fuga. Siponto era salva. Il Vescovo Lorenzo indisse una processione di ringraziamento e salì col popolo sulla Montagna dell'Arcangelo, ma non osò entrare nella Sacra Grotta.
III°Apparizione
Il 493, terzo anniversario della prima apparizione, il Vescovo ancora incerto se eseguire l'ordine dell' Arcangelo chiese consiglio al Pontefice Gelasio I. Questi gli ordinò di occupare la grotta recandosi con i Vescovi della regione dopo tre giorni di digiuno. Per la terza volta gli apparve l'Arcangelo Michele ordinandogli di entrare nella Grotta. Gli disse: «Non è necessario che voi dedichiate questa chiesa che io stesso ho consacrato con la mia presenza. Entrate e sotto la mia assistenza innalzate preghiere e celebrate il Sacrificio. Vi mostrerò come io stesso ho consacrato quel luogo». Il Vescovo, finalmente, ubbidì. Quando entrò nella Grotta trovò un altare coperto di panno rosso e sopra una croce di cristallo: così aveva detto l'Arcangelo! L'impronta di un piede infantile impressa su un masso roccioso accertava - narra una antichissima leggenda - la presenza dell'Arcangelo Michele. All'entrata della Grotta Lorenzo fece costruire una chiesa che gli fu dedicata il 19 settembre.
IV°Apparizione
La terribile peste nel 1656 mieteva vittime anche sul Gargano. L'arcivescovo del tempo indisse preghiere e digiuni e invocò l'aiuto dell'Arcangelo. Così, S. Michele gli apparve il 25 settembre.«Sono l'Arcangelo Michele» disse. «Chiunque adopererà i sassi di questa grotta sarà liberato dalla peste. Benedici i sassi, scolpendo su di essi il segno della croce e il mio nome». Il Vescovo gridò al miracolo. Il popolo prese con fede quei sassolini e la peste cessò. I sassolini, ancor oggi, sono richiesti con fede dai pellegrini e vengono portati in processione e sparsi in direzione dei campi.
Oggi i moderni pellegrini, senza che il fascino di una simile esperienza abbia risentito del cambiamento dei tempi, accedono alla grotta dell'Arcangelo attraverso una lunga scalinata in discesa.
Tuttavia i luoghi, la stessa città di Monte Sant'Angelo conservano immutata l'atmosfera quasi magica che li rende luoghi "speciali" e in passato consentì di inserirli a pieno titolo, insieme al Sepolcro di Cristo a Gerusalemme, alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo a Roma e al santuario di S. Giacomo di Compostela in Spagna, nel circuito dei grandi santuari della Cristianità, il cui percorso essenzialmente di penitenza e conversione - veniva sintetizzato dal mo "Deus, Angelus, Romo".
Santuario di San Michele a Monte Sant' Angelo nel Gargano in Puglia