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Da Mattinata a Vieste, tra grotte naturali e alte scogliere partendo in gommone dal porto di Vieste

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Da Mattinata a Vieste, tra grotte naturali e alte scogliere, c'è una zona dal fascino selvaggio, dove nascoste nel verde si stagliano le torri d'avvistamento a testimonianza dell'antico passato e buone strutture e servizi ci accolgono nella  terra di Puglia dove il mare è ancora intatto e forte è il richiamo della natura

 Come arrivare - Capolavori naturali- Fondali ricchi di pesce - In Cucina

Antiche  sentinelle -Baia di Campi - Baia San Felice - Vieste - Venti

La costa del  Gargano, definito dagli antichi abitanti la "Sacra Montagna", si presenta bassa, sabbiosa e priva di quelle attrattive naturali e paesaggistiche spesso ricercate nell'immaginario di paesi lontani... . Eppure, quando ci ritroviamo a planare in gommone lungo un tratto della costa garganica, magari per una battuta di pesca o per il semplice piacere del contatto con il mare e gli spazi infiniti, ci accorgiamo con notevole sorpresa, che forse l'immaginario è lì a portata di mano, a poche ore dalla nostra scrivania d'ufficio o dall'affollato supermercato.

 Raccontare il Gargano senza lasciarsi trasportare dalle emozioni è molto difficile

 

L'aspetto costiero del Gargano, infatti,  è forse la sintesi della sua natura così varia e mutevole. Duecentocinquanta chilometri di costa che si snodano in un capriccioso rincorrersi di spiagge, pareti a picco e calette solitarie con un mare intatto non ancora aggredito dall'egoismo dell'uomo, fanno di questa terra un'ambita meta, l'ideale per un turismo nautico itinerante alla portata di tutti, dove il richiamo della natura è forte.

Nelle quindici miglia di costa sud orientale, da Mattinata a Vieste, è concentrato l'aspetto più affascinante e selvaggio.Infatti, le poche strutture ricettive sono inserite nei più caratteristici angoli, con molta discrezione e senza alterare il fràgile equilibrio naturale. Il porticciolo di Mattinata, a un paio di chilometri dall'abitato, è il punto più comodo per iniziare un'escursione in barca. Qui, un attrezzato scivolo in cemento e un parcheggio custodito permettono di abbandonare la terraferma per partire in tutta tranquillità. Il porto, riparato dai venti da un molo banchinato di circa centotrenta metri, rimane scoperto dai venti di Libeccio. Due circoli nautici con pontili galleggianti offrono un buon ormeggio a un centinaio di imbarcazioni e d'estate un'officina specializzata garantisce anche l'assistenza meccanica. Acqua e carburante, non disponibili in banchina, sono reperibili nel vicino paese.

Sono molti i campeggi sul mare, che fanno di questa località una colorata cittadina balneare. Usciti dal porto e diretta la prua verso Nord Est, inizia la magica alternanza di spiagge, di baie inaccessibili da terra e pareti a picco che si specchiano in un mare dalle cento tonalità.

Capolavori naturali.

Dopo poche miglia, doppiata Punta Agnuli, si giunge nella piana di Mattinatella, riconoscibile per il campeggio situato a pochi metri dalla lunga spiaggia ghiaiosa. Un pericolo alla navigazione costiera, specialmente di notte, è rappresentato dal tratto di mare immediatamente prima di Fontana delle Rose, dove c'è un allevamento di pesce con grandi vasche galleggianti ancorate al fondo.

 

 Una profonda insenatura con due faraglioni caratterizza baia delle Zagare o baia dei Mergoli. Sovrasta la spiaggia l'omonima struttura alberghiere, raggiungibile con due ascensori scavati nella roccia: una brutale ferita ambientale degli anni Sessanta per rispondere ad una domanda di turismo elitario... Lasciando la baia,  il paesaggio comincia a cambiare, agli uliveti a terrazza si sostituisce la tipica macchia mediterranea, con pini che sfiorano l'acqua aggrappati alla roccia nuda delle alte pareti a strapiombo.

e Anche qui, troviamo segni lasciati dall'uomo o, per meglio dire, tracce d'incendi anche recenti che hanno devastato molti ettari di macchia mediterranea, ma che purtuttavia non sono riusciti a privarci di questo incantevole paesaggio. Dopo baia delle Zagare, la costa è caratterizzata da veri capolavori di architettura naturale: le grotte marine scavate nella roccia calcarea. Esse rappresentano una delle attrattive più affascinanti e la grotta Campana, nella punta nord delle Zagare, ne è uno degli esempi più maestosi. Un'erosione stratificata e circolare ne ha modellato la volta, dandole la caratteristica forma a cupola di campana alta una cinquantina di metri che termina con una spiaggetta dai colori fosforescenti per l'azione riflessa dei raggi di luce.

L'accesso in barca nella grotta è consigliabile a motore spento, con l'ausilio dei remi, poichè i fumi di scarico del motore potrebbero rendere l'aria davvero irrespirabile e danneggiare il millenario lavoro della natura. L'uscita dalla grotta ci porta diretti nella cala di Vignanotica, una delle più incantevoli del promontorio.

 

La lunga spiaggia dei Gabbiani, un campeggio immerso nel verde e un capanno di pescatori trasformato in ristoranti no con cucina genuina e casareccia, invitano a una sosta ristoratrice. Possiamo approfittarne per uno spuntino di parmigiana e friselle al pomodoro condite con lo squisito olio locale. Se si vuole passare la notte qui è consigliabile mettere in secca l'imbarcazione, visto il  ridosso poco sicuro.

Fondali ricchi di pesce

Superata Vignanotica, la costa assume toni sempre più caratteristici, costoni di roccia calcarea si alternano a baie vergini che nascondono decine di grotte. Gli accessi, spesso angusti, rivelano interni incredibili che si sviluppano anche per centinaia di metri. I loro nomi evocano leggende antiche di sirene e guerrieri legate alla storia di queste terre, ancora viva negli usi e costumi delle genti garganiche. Eccoci finalmente a Pugnochiuso, la mitica località divenuta famosa nel mondo per la modernissima struttura alberghiera costruita nei primi anni Sessanta dall'allora presidente dell'Eni Enrico Mattei che, affascinato dai luoghi, spesso soleva trascorrere qui periodi di riposo ospite di pescatori e pastori. Ottima la zona per la pesca subacquea: il relitto di una nave affondata durante la Seconda guerra mondiale, posizionato nei pressi del faro, nasconde tra i suoi rottami tane di corvine e saraghi e spesso è facile incontrarvi dentici in pascolo. Un altro relitto, a tre miglia fuori dal faro e segnato sulle carte nautiche, è un oasi per pesci stanziali e di passo, posizionato su di un fondale melmoso di circa venti metri e circondato da resti di reti a strascico: richiede molta prudenza a chi vi si immerge. La baia offre ridosso ai venti settentrionali e un piccolo molo adiacente la spiaggia permette un ormeggio veloce anche per una breve sosta a terra.

Antiche  sentinelle

Superato Porto Piatto, sul profilo della costa si staglia imponente un'antica torre quadrangolare, la Torre dell'Aglio. Costruita nel 1600, è una delle meglio conservate torri saracene a testimonianza delle incursioni piratesche del passato. Saraceni e Turchi vedevano nei porti adriatici validissime basi d'appoggio per assaltare navi da carico e per fare razzie nelle città vicine, dove trucidavano e deportavano come schiavi gli abitanti. Fu giocoforza creare un sistema di awistamento lungo le coste, per proteggerne gli abitanti e le città. Ampio sviluppo di costruzione di torri si ebbe in epoca Federiciana e, soprattutto, Angioina. Oggi queste torri costituiscono complessi monumentali degni di attenzione sul piano del recupero culturale. In epoche più recenti le torri svolgevano anche funzioni anticontrabbando e di controllo medico, costituendo un vero e proprio cordone sanitario contro le epidemie di peste. Torre dell'Aglio è uno dei manufatti più imponenti e meglio conservati; negli anni passati ebbe un polemico sfruttamento come ristorante e si spera che presto le venga ridata dignità utilizzando le sue strutture per ospitare un museo del mare. La torre indica l'accesso a un vero e proprio porto naturale, Porto Greco. Chiuso da un braccio di roccia, offre sicuro riparo da ogni tempo e per ogni imbarcazione, avendo un fondale profondo anche quindici metri. L'assoluta mancanza di strutture e il difficile accesso da terra, ne fanno il luogo ideale per il campeggio nautico organizzato e autosufficiente. La spiaggia, in parte ombreggiata, il pungente aroma di resine e capperi, i colori contrastanti e la magnificenza del luogo fanno veramente dimenticare tutto e tutti. Si lascia Porto Greco con la solenne promessa di un immediato ritorno.

 

"">Baia di Campi

"">Poche miglia ed ecco la baia, con i due isolotti che ne proteggono la spiaggia dai venti di Mezzogiorno e Scirocco. Due campeggi ben attrezzati si i ntravedono nel verde dei pini, alle cui spalle il monumento della vergogna, il "fantasma della tangentopoli locale", è ormai parte integrante dell'archeologia degli scempi: una gigantesca struttura in puro stile coloniale nata, così si racconta, come centro di una fantomatica scuola alberghiera ma completata anni or sono in veste di albergo e villaggio, opera completa ma mai utilizzata e ormai in degrado, brutta e senza un minimo d'integrazione nel paesaggio naturale nella più bella baia del Gargano. Baia di Campi comunque, proprio per la sua bellezza e per la posizione felice, fortunatamente continua ad essere meta ideale del turismo nautico, dei subacquei (per le ricchezze dei fondali adiacenti) e dei surfisti per la particolare posizione, sempre ventilata e con mare difficilmente molto mosso. L'odore di pomodoro fresco e basilico e il profumo d'una brace con pesce fresco ci rivelano un ristorante caratteristico sul mare. La tentazione è forte e rafforzata dai prezzi invitanti, per cui buttare l'ancora e sedersi a tavola è operazione di pochi secondi. Baia di Campi nasconde anche alcune tra le grotte marine più belle e famose dell'intero Gargano. La mitica grotta Sfondata, già leggendario approdo di Diomede, la grotta Calda, chiamata così per le sorgenti d'acqua calda, la grotta dei Contrabbandieri e la grotta Campana Piccola.    

Superata Baia di Campi e doppiata Testa del Gargano, ci appare all'orizzonte Vieste. Raggiungerla tagliando al largola costa può non essere una buona idea. Infatti, l'ultimo tratto roccioso in prossimità del capo più orientale del Gargano riserva ancora molte sorprese.

Baia San Felice, piccolo fiordo dominato dal maestoso Achietello, incastonato in uno scenario naturale veramente unico e, infine, gli isolotti di Porto Nuovo, nei pressi del Centro turistico della Gattarella, all'inizio del lungo litorale sabbioso che arriva fino a Vieste e termina proprio ai piedi dei famoso monolite detto Pizzomunno, estremo lembo del mondo alto ventisei metri: secondo un'antica leggenda sarebbe la pietrificazione di un pescatore viestano perdutamente innamorato di Desio e punito dalle sirene gelose.

Vieste

Il caratteristico paese scavato nella roccia calcarea, ebbe grande importanza come porto nel 1250, quando vi approdò Federico II che fece costruire il castello, in seguito ampliato. Distrutta una prima volta nel 1400 dallo spietato pascià Acomat, subi l'assedio delle settanta galee del terribile Dragut nel 1554, terminato con la distruzione totale della cittadina e il massacro dei settemila abitanti. L'attuale porto è oggi praticamente protetto da tutti i venti dominanti, grazie ai lavori di ampliamento ancora in corso di ultimazione, va trasformandosi da tipico porticciolo per pescherecci in un moderno porto turistico che nel prossimo futuro potrebbe diventare punto obbligato per molti croceristi sulle rotte della Grecia e della Turchia.

Infine, concludere la nostra mini crociera in uno dei tanti ristorantini sparsi qua e là nel centro storico di è d'obbligo.

La cucina tipica e genuina nei suoi elementi di base. Piatti della tradizione sono i troccoli con pomodoro fresco, conditi con cacio e ricotta, oppure i lampascioni fritti, oltre alla minestra di fave e cicoria. Ma, ovviamente, la specialità è il pesce fresco, ancora abbondante sul Gargano: spigole, corvine e saraghi i più prelibati, ma anche triglie, seppie, polpi e calamari giungono direttamente dalla stiva dei pescherecci alle cucine delle trattorie. Piaceri per la gola che ben si sposano con i piaceri della navigazione lungo questa affascinante costa.

 

I VENTI

L'itinerario proposto è di circo 5 miglia, adatto anche per il dipo dal "piede" poco marino. Molte insenature e porti naturali proteggono il crocerista da cambiamenti repentini delle condizioni meteomarine. Il proverbio marino non fallisce: «Scirocco chiaro e Maestrale scuro, maltempo sicuro». Vento predominante in estate è il Maestrale che, anche se impetuoso nelle ore più calde della giornata, non preoccupa la navigazione costiera essendo ridossata almeno fino a Testa del Gargono. La sciroccata è preannunciata da nuvole da sud e da venti poco stabili con aria afosa e umida. Solitamente non dura piu di tre o quattro giorni e un detto locale ne sintetizza l'evoluzione: «S'alza, s'incazza e muore». In questa eventualità è consigliabile far riposare le nostre imbarcazioni e dedicarsi a qualche escursione nell'entroterra. Un altro pericolo per la navigozìone, specialmente per la piccola flottiglia diportistica estiva, è il Libeccio: di breve ma intensa durata. è spesso causa di incidenti dovuti per lo più anche ad imprudenza.

 

In cucina

Tra i piatti tipici della cucina garganica ci sono tutte le specialità di pasta fresca, cucinate in mille modi sia con il pesce sia con la carne. I frutti di mare, anche se non necessariamente crudi, sono la base della cucina tipica mentre i crostacei solitamente non sono del luogo: comunque è facile trovare le aragoste fresche in alcuni ristorantini che si approviggionano dalla vicina Croazia. Questa è da sempre una terra di ottimi sapori, con una cucina semplice ma dal gusto intenso, Tra i piatti più conosciuti e celebrati ci sono le orecchiette da gustare con le cime di rapa o al sugo con le bracciolette di carne, oppure con i cavolfiori: naturalmente, orecchiette rigorosamente fatte a mano e di farina di grano duro. Il pane è molto particolare e tipico della regione. Si possono trovare diversi tipi, tra i più noti il pane di Altamu la pOcceliatedda di Martina Franca, con i semi di anice e passato all'olio prima di essere infomato, la cazzamarra di Taranto e tanti altri. Il vino qui è ottimo e prodotto in molte zone. Ci sono il Rosato e il Rosso di Brindisi, il primo da pasto l'altro adatto agli arrosti. Il delicato e asciutto, Bianco di Ostuni si accompagna bene con il pesce, mentre il Primitivo di Manduria è un rosso corposo, più adatto a piatti a base di selvaggina  e anche con gli arrosti. Ricordiamo anche vini come il Copertino rosato, il Leverano, il Matino e il Nardò rosato,

  

 COME ARRIVARE

" Da nord: autostrada A 14 Bologna-Taranto, uscita Poggio Imperiale, superstrada Garganica fino a Rodi Garganico, prosegure per Peschici. Poi, litoranea fino a Vieste.

Da Sud: autosrtada A /6 Taranto-Bari, uscita Cerignola est. direzione Manfredonia,  qui seguire la superstrada per Mattinata e quindi la litoranea per Vieste.

In Pullman " Dal piazzale della stazione di San Severo e Foggia partono pullman diretti a Vieste.

In treno " Il Servizio giornaliero da Roma. Nei giorni feriali partenze da Lombardia, Piemonte e Emilia. Solo al sabato partenza da Venezia Mestre.

 

 

www.vieste.it S.r.l. - Centro Prenotazioni -    0884701080     vieste@vieste.it    

Un viaggio attraverso le bellezze naturali di Vieste viste dal mare